Milvio Sodi

Nato nel 1938 a Pisa, dove ha effettuato i primi studi di disegno e di modellato con lo scultore Mario Bertini. Dal 1967 risiede a Firenze e qui, seguiti i corsi del pittore Sirio Salimbeni, si è subito reso attivo nel campo dell'arte figurativa, indirizzandosi presto verso un'espressività naturalistica basata su ampi spazi, dal contenuto meditativo e di denuncia dei drammi sociali ed ecologici.
Dall'inizio degli anni Ottanta, privilegiando in pittura la rappresentazione di stati d'animo attraverso sintetici paesaggi, ha realizzato una serie di cartelle di grafica, spesso arricchite da suoi brevi scritti lirici, con cui ha presentato, di anno in anno e con tecniche diverse, i temi che si erano sviluppati nell'intervallo temporale.
Con la pubblicazione a fine 1989 del piccolo volume di disegni a china Effemeride d'effimero - quasi un diario ideale dei suoi viaggi in Sardegna nel ricordo di quelle coste granitiche dalle sorprendenti forme - ha riassunto una ricerca di segno e di contenuti da cui è sfociata, di lì a poco, una personale forma espressiva della sua visione, in chiave metamorfica, del mondo naturale e figurale alimentato dalla donna e dal mito.
Parallelamente non ha mai abbandonato il ritratto, eseguito di solito su carta Fabriano, con una tecnica particolare che utilizza il colore a olio, diluito fino a creare delicati effetti di sfumature da sembrare acquarelli.
Il suo operare pittorico ha proceduto per cicli: dagli iniziali Voli di gabbiani - memoria della sua passione giovanile per il mondo legato al liquido elemento - sfociati nel Racconto di mare, autobiografia di un dramma; all'inquinamento narrato nella Storia di palude degli anni Settanta, con preveggenza per la ricerca di indilazionabili equilibri; dagli Scogli di Gallura di cui si è detto, alle Mareggiate. Poi un ritorno alle Strutture, scaturite dall'indagine delle forme che luci e ombre creano nelle masse di roccia, entro le quali sono apparse Metamorfosi, con muliebri figure affioranti dal masso; e poi Mitografie, ispirate dalle classiche letture ovidiane, con Oreadi dormienti, Sirene, Velate; fino alle Percezioni, antologia di quelle rocce che acqua e vento hanno plasmato a figurarne corpi e da cui nel 1997 è nato il titolo del suo primo volume monografico.
Di tanto in tanto elementi floreali sono timidamente apparsi nei dipinti: soprattutto Iris, gli amati giaggioli simbolo di Firenze, e fluttuanti Orchidee, volate poi realmente nella tropicale isola di Réunion. I lavori dal 2007 sono proseguiti con altri cicli: In forme di sogno, dove le masse dipinte si sono arricchite di cromatismi nuovi; e Paesaggi interiori, di più meditata indagine introspettiva: da questa serie è stata scelta l'immagine per la sovraccoperta del volume Parole e disegni a china edito da Polistampa nel luglio 2008. Nel 2013 gli è stato attribuito il Premio “Castello” X edizione, da cui è nata un’esposizione personale nella Villa Magnaguti a Cerlongo di Goito, accompagnata dal catalogo Paesaggi interiori edito da Polistampa nell'ottobre 2013.
In anni recenti alcuni dipinti, o particolari degli stessi, sono stati stampati su accessori di abbigliamento, costituendo uno speciale modo di far circolare i quadri come multipli da indossare.
Al compimento degli ottant’anni nell’ottobre 2018 ha presentato a Collodi, nel parco di Pinocchio, un volume e una mostra imperniata sul racconto di Carlo Lorenzini, concretizzando alfine un’idea nata ventisei anni prima.
Nel dicembre 2019 gli è stato conferito il Fiorino d’oro per la Sezione Pittura, alla XXXVII Edizione del “Premio Firenze” indetta dal Centro Culturale Firenze-Europa “Mario Conti”, che dal 2023 lo ha nominato membro della Giuria Arti Visive.